sabato 22 giugno 2013

Il premier Letta e la sua vicinanza alle lobby del gioco d'azzardo

Giovanni Endrizzi, senatore M5s, attacca il premier: “Sette ministri, fra cui Letta, figurano in una fondazione finanziata da Lottomatica e Sisal”. Poco chiara la scelta di affidare la delega ai giochi a Giorgetti, noto “liberalizzatore”
Affari milionari. Un giro di soldi enorme fra le forze politiche e le lobby del gioco d’azzardo. E una “vicinanza”, legale ma strana, tra il Presidente del Consiglio italiano e alcune società che si occupano di giochi. E’ questo il quadro, preoccupante, dipinto da Giovanni Endrizzi, senatore del Movimento cinque stelle. 
Un quadro che rappresenta “una situazione grigia fra il governo e le industrie del gioco d’azzardo, fatta di finanziamenti indiretti ad aziende che fanno capo ad Enrico Letta”. Il riferimento di Endrizzi è alle parole di Matteo Iori, presidende di Conagga, che il 7 maggio scorso spiegava come “sette ministri, fra i quali proprio Letta, figurano in una fondazione, la ‘Vedrò’, che è finanziata da Lottomatica e Sisal”. Ma non è tutto. Perchè “Letta ha ricevuto – chiariva Endrizzi in un intervento al Senato del 22 maggio – 15mila euro di contributi da porsi come titolare di Hbg”, un’altra azienda di giochi.
Il governo, insomma, sembra particolarmente attento al mondo dei giochi. Ma, forse, non esattamente nel modo in cui dovrebbe. E questa sensazione è confermata dalla nomina, avvenuta in questi giorni, di Alberto Giorgetti alla delega per i giochi. “Bisognerebbe sgomberare il campo da questo alone di dubbio – ha riflettuto Endrizzi – e invece la gestione dei giochi di azzardo viene affidata ad una persona che è stata pubblicamente elogiata dalle aziende perchè ha aiutato la nascita dei nuovi giochi”. Per Giorgetti, infatti, questa non è una prima volta. Già nel corso del governo Berlusconi si era trovato ad occuparsi di giochi ed era stata una stagione di “liberalizzazioni” con la nascita di numerosi nuovi tipi di giochi.
Giochi che fanno male a tutti. “Basti pensare – ha fatto notare Endrizzi – che l’8% dei 15enni maschi presenta già modalità di gioco problematiche. Il che significa che spendono i loro soldi in attività ludopatiche e non in attività socializzanti”. Se si vuole rendere la situazione ancora più nera, si può anche notare come l’8% dei matrimoni italiani sia rovinato proprio da problemi legati al gioco.
“Ma se anche non si volesse guardare a questi aspetti umani – ha ipotizzato il grillino – il gioco d’azzardo è comunque un’azienda in perdita per lo Stato che guadagna una cifra fra gli otto e i dieci miliardi e ne spende molto di più”. Molte delle spese, però, non riguardano le cure per i malati di ludopatia. “Il decreto Balduzzi – ha spiegato Endrizzi – ha legittimato l’intervento sanitario ma non ha messo a disposizione ulteriori fondi”. La situazione, insomma, è abbastanza ingarbugliata e paradossale.
Da un lato, un aumento considerevole di occasioni per giocare e per “ammalarsi” di gioco. Dall’altro nessun modo per “curarsi” e sconfiggere una dipendenza. Il tutto in un contesto nel quale “lo Stato paga un costo sociale elevatissimo e i privati ottengono un profitto altissimo”. Il perchè di tutto ciò non è ancora chiaro.
Fonte: today.it

1 commento:

  1. Già Cavour chiamava il lotto "la tassa sugli imbecilli". Ci può stare.
    Quello che mi sembra ingannevole è la pubblicità su questi giochi, in cui la scritta "la probabilità di vincere è 1 su 30 milioni" è MOOOLTO piccola, e appare per UN secondo.
    Caro governo, la verità in secondo piano, eh?

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