«Mi servono? Certo che mi servono. Mi servono tutti e 18». Se non è un record poco ci manca: alla presidenza del Consiglio regionale del Lazio, retta da Mario Abbruzzese, lavorano 18 segretari. Costo annuale degli stipendi: 900 mila euro. Al servizio della presidenza ci sono anche 9 consulenti. Per non parlare dei due vice presidenti, che dispongono di 24 segretarie e 4 collaboratori.
Con grande nonchalance e altrettanta diplomazia Abbruzzese, nato a Cassino 54 anni fa, respinge l’ondata anti-casta contro i suoi uffici.
La Regione più sprecona d’Italia, lo dice anche la vostra presidente, Renata Polverini.
«Non siamo i più spreconi. E le parole della presidente mi rendono felice: mi offrono un supporto per procedere coi tagli ».
Quindi i tagli servono.
«Rivendico l’autonomia del Consiglio regionale».
Certo, diciotto segretari per 900 mila euro l’anno...
«Non sono segretari, sono collaboratori».
Ma sono comunque tanti.
«Parliamo del capo di gabinetto, del vicecapo di gabinetto, della segreteria tecnica, della segreteria amministrativa... ».
Tutti indispensabili?
«Certo, tutti. E non si limitano a dare assistenza a me ma si adoperano per assistere tutto il Lazio. È necessario avere una struttura per fronteggiare le richieste che arrivano dai sindaci e dal territorio regionale».
Ma ha pure 9 consulenti, ciociari come lei.
«I consulenti fanno parte del regolamento di organizzazione che non ho certo approvato io».
E questo regolamento non si può modificare?
«Ne stiamo discutendo, valuteremo la riduzione dei consulenti».
Ma lei è presidente del Consiglio regionale da due anni e mezzo.
«Senta, io quando sono arrivato qui ho trovato una nave ben organizzata, con un bell’equipaggio. E non ho aggiunto nessuna vela né un marinaio in più. Anzi, ho tagliato».
Cosa?
«Ho eliminato del 30% le auto blu, risparmiando 250 mila euro. Poi non si fa più la rassegna stampa cartacea, che costava 100 mila euro l’anno. Pensi che qui si spendevano 150 mila euro per i telegrammi. E abbiamo tagliato pure quelli. Oltre alle missioni all’estero e ai monogruppi».
Ce ne sono ancora 5 che costano oltre 12 milioni di euro.
«Ma quelli esistenti non li potevo mica toccare. Però, pensi con tutto il casotto politico che c’è oggi, quanti altri ne potevano nascere. E invece ora è vietato grazie a me. Io la spending review l’ho cominciata più di un anno fa».
I costi restano altissimi.
«Noi gestiamo solo lo 0,3% del bilancio regionale, in totale 97 milioni di euro. Tolte le spese per gli stipendi di assessori e consiglieri, tolti i vitalizi e le spese per la manutenzione non rimane poi molto».
Non bastano?
«No, no, questo no. E infatti per il 2013 voglio scendere a 89 milioni di euro. Sarebbe un risultato straordinario».
Tra i suoi consulenti ce n’è uno che cura la sua immagine?
«È falso. Per altro io ho anche dei buoni gusti, non ne ho proprio bisogno».
Mauro Favale
7 settembre 2012
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