domenica 3 marzo 2013

Nessun seggio per lui? E allora De Gregorio inizia a parlare. Tra 5 anni tocca a Razzi e Scilipoti.


DOPO AVER AVUTO NOTIZIA DEL SUO MANCATO INSERIMENTO NELLE LISTE DEL PDL (L'ACCORDO PREVEDEVA OLTRE AL PREMIO IN DENARO, PROBABILMENTE LA SUA RICANDIDATURA MA PER LA LEGISLATURA SUCCESSIVA, MICA A VITA!!!), DE GREGORIO HA FATTO UN VISO E CATTIVO GIOCO: HA INIZIATO PRIMA A MINACCIARE DI PARLARE, POI VISTO CHE NON SORTIVA ALCUN EFFETTO LA MINACCIA, HA INIZIATO A SPIFFERARE TUTTO. 
PENSAVA DI CREARE LO SCANDALO, MA ORMAI BERLUSCONI PER SCANDALIZZARE L'OPINIONE PUBBLICA ITALIANA DOVREBBE ESSERE ACCUSATO DI STRAGE O PEDOFILIA!
E QUINDI NULLA SI MUOVE!
TRA 5 ANNI (ANZI, MOLTO MENO...) QUANDO ANCHE RAZZI E SCILIPOTI FINIRANNO DI USUFRUIRE DEL BONUS DELLA RICANDIDATURA GARANTITA CON IL VOTO DI FIDUCIA PRECEDENTE, ANCHE LORO PARLERANNO E DENUNCERANNO I LOSCHI ACCORDI CON IL CAVALIERE.
PECCATO CHE GIA' TUTTI OGGI NE SONO A CONOSCENZA....


Un patto da tre milioni di euro. Questo era il prezzo del "sabotaggio" messo a segno contro il governo Prodi. Così racconta l'accordo scellerato il senatore (uscente) Sergio De Gregorio, negli interrogatori resi, da indagato, dinanzi ai pubblici ministeri di Napoli. 

Così ricostruisce i versamenti ricevuti, "in tranche da 200mila e 300mila euro" da Silvio Berlusconi. Intermediario del patto e "postino" dei contanti era Valter Lavitola. Il patto aveva anche un nome. "Era la nostra Operazione Libertà". La Procura ha depositato in mattinata, attraverso il nucleo di polizia tributaria della Finanza di Napoli, alla Camera dei Deputati la richiesta di sequestro di una cassetta di sicurezza intestata a Silvio Berlusconi. Inoltrato al leader del Pdl anche l'invito a comparire dinanzi ai magistrati, martedì prossimo. 5 marzo.

Silvio Berlusconi è indagato dalla Procura di Napoli. L'ipotesi di reato è corruzione e finanziamento illecito, relativa a una vicenda di compravendita di senatori nel 2006, all'inizio della legislatura. In particolare ci si riferisce alla erogazione di somme di denaro, quantificate in tre milioni di euro, al senatore Sergio De Gregorio in relazione al suo passaggio dall'Idv al Pdl.

L'inchiesta è condotta da un pool di magistrati di due sezioni della Procura del capoluogo campano, quella sui reati contro la pubblica amministrazione e la Direzione distrettuale antimafia, con il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli del colonnello Nicola Altiero. Indagano i pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, titolari dell'inchiesta che nello scorso anno portò al coinvolgimento del senatore De Gregorio, nonché i pm della Dda Francesco Curcio, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio. In mattinata sono stati notificati avvisi agli indagati.

La confessione di De Gregorio. "L'accordo si consumò nel 2006...il mio incontro a palazzo Grazioli con Berlusconi servì a sancire che la mia previsione di cassa...era di 3 milioni e che immediatamente partirono le erogazioni". E' quanto ha raccontato ai pm di Napoli il senatore De Gregorio. "Ho ricevuto 2 milioni in contanti da Lavitola a tranche da 200/300mila euro".La confessione di De Gregorio è contenuta in tre interrogatori fatti con i magistrati di Napoli il 28 e 29 dicembre scorsi e il 7 gennaio di quest'anno e riportati nella richiesta di autorizzazione inviata dalla procura alla Camera."Per rispetto che devo alle vostre persone e alla mia scelta collaborativa - mette a verbale il senatore rivolgendosi ai pm Curcio e Milita - confermo tutto quanto detto precedentemente ma ho necessità di apportare chiarimenti...", a partire "dalla vicenda relativa al mio ruolo al servizio del presidente Berlusconi...avendo io partecipato a quella cosiddetta operazione libertà che era indirizzata a ribaltare il governo Prodi, nella quale e per la quale io ricevetti dei finanziamenti, parte in contanti, che avrebbero dovuto supportare la forza del mio movimento politico per darmi la possibilità di essere anche forte nelle scelte che avrei fatto". De Gregorio, dopo aver ricordato che i rapporti numerici tra maggioranza e opposizione al Senato erano di 158 a 156, aggiunge che "ciò faceva ovviamente immaginare la possibilità di ribaltare gli elementi numerici e ricordo bene che già dopo il voto che mi vide eletto presidente della Commissione Difesa, discussi a palazzo Grazioli con Berlusconi di una strategia di sabotaggio, della quale mi intesto tutta la responsabilità...".

3 commenti:

  1. E' un po' quello che è successo con Dell'Utri, che minacciava di parlare se non avesse avuto in cambio una candidatura avuta con il Grande Sud (mi pare giusto, uno condannato per associazione mafiosa dove lo candidi?) ma poi se non sbaglio tolta, non ricordo bene anche perchè di arrabbiarmi anche per quelle cose francamente non ne vale la pena).

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  2. ha fatto bene a non ricandidarlo ormai è inaffidabile
    se avessi potuto portare a termine il mio progetto del partito degli under 70.000, avrei senz'altro fidelizzato tutti i miei rappresentanti con rapporti sessuali sodomiti immortalati da foto che terrei nascoste in mio posssesso, questo per essere sicuro di non nutrire serpi velenose nel mio seno e per il bene di tutto il bobbolo che aveva dato la sua fiducia per questo è bene che ognuno tonifichi l'organo che più gli rende

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