giovedì 13 giugno 2013

La confessione di Preiti in diretta alla radio «Volevo sparare a due o tre politici...»


«Sono arrivato ieri, volevo fare qualcosa di eclatante contro i politici, so che c'è il giuramento del governo oggi. Volevo colpire dei politici, due o tre, non lo so... e volevo uccidermi. Poi ho visto che era difficile colpirli, non c'era nessuno di loro, e ho sparato contro la prima divisa che ho visto, ho sparato alla cieca, non so... non li ho scelti, non ce l'ho con i carabinieri, mi dispiace parecchio per quelle due persone».

La voce che racconta la sparatoria dello scorso 28 aprile davanti a Palazzo Chigi è quella di Luigi Preiti in persona, l'attentatore partito apposta dalla Calabria la sera prima per compiere un gesto eclatante. La sua confessione, resa alla polizia e ai magistrati poco dopo l'arresto, è stata trasmessa giovedì mattina nelle edizioni Gr1 e Gr2 per la prima volta e in esclusiva. La mattina del giuramento del governo guidato da Enrico Letta al Quirinale il disoccupato calabrese sparò all'impazzata contro due carabinieri di guardia davanti a Palazzo Chigi. Uno di loro, il 50enne Giuseppe Giangrande, subì una gravissima lesione al midollo osseo. Operato al San Giovanni, è stato poi trasferito per la riabilitazione: le sue condizioni migliorano lentamente.

3 commenti:

  1. non sparò a casaccio, voleva uccidere, e agiva su disposizioni della criminalità mafiosa. il motivo? creare attorno al neo formato governo un'aura di ineluttabilità: la situazione è grave, lo stato è sotto attacco, l'inciucio necessario.

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  2. che mancanza di professionalità
    questi sono i risultati dell'abolizione dell'apprendistato

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  3. Per quanto la disperazione(?) porti a fare gesti simili, bisogna capire che genere di persona sia questo individuo.
    Ovviamente non intendo assolvere nessun stupratore di democrazia (politici).

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