domenica 23 settembre 2012

La sceneggiata della Polverini: soldi veri, dimissioni false



«Aho'! Ma questa oggi ride...». (I fotografi hanno il vantaggio dei teleobiettivi, e poi sono dei cinici con il dono della sintesi). Renata Polverini si siede e, davvero, sembra di ottimo umore. Sfoggerà smorfie di pura allegria, di qui a poco, raggiante in uno dei suoi abitini meno sobri, niente a che vedere con la tragica rappresentazione di lunedì scorso, appena cinque giorni fa, quando nell'emiciclo del Consiglio Regionale aveva messo su un viso penitente, rammaricato, e parlò come una che stava per dimettersi travolta dalla vergogna (Francone Batman Fiorito, l'ex capogruppo del Pdl, s'era da poche ore deciso a vuotare il sacco).

Nel suo eloquio ruvido, frasi monche e forte accento romanesco, Renata Polverina disse: «Meriteremmo di andarcene tutti a casa. E mi dispiace non possiamo farlo subito: sarei venuta in ciabatte e sarei andata al mare». Aggiunse che quando usciva di casa non voleva vergognarsi. Che voleva spalare tutto il fango. Sentenziò: «I tumori presenti qui dentro, alla Regione, vanno estirpati come i due che, poche settimane fa, mi sono tolta alla gola».

Forte, drammatica, serissima. Solo che adesso ride, fa ciao con la mano a Francesco Storace (il quale, soddisfatto, risponde schioccando una specie di bacetto) si ravvia i capelli, guarda l'orologio: sì, ci siamo, prende la parola.
Colpo di scena. «Oggi abbiamo dimezzato le commissioni e abolito quelle speciali... Ottimo! E allora sapete cosa vi dico? Dico che se voi ve la sentite di andare avanti alza la voce cercando un tono solenne - io me la sento!» (poi fa subito roteare lo sguardo da destra a sinistra e incontra i volti dei consiglieri che prontamente annuiscono, tutti rinfrancati, dopo aver temuto, nelle ultime ore, di dover rinunciare ai loro 13 mila euro netti al mese di stipendio).

Prosegue senza un filo di imbarazzo. «Le mie dimissioni erano vere ma sospese...» (non è un errore di stampa, la Polverini dice proprio così: le sue dimissioni «erano vere, ma sospese»). «Ora però ringrazio di cuore la mia maggioranza per avermi sostenuto emotivamente, e comunque voglio ringraziare anche l'opposizione». Pausa. E poi: «Grazie a tutti, ovunque sediate in questa bellissima aula!». Siedono tutti al loro posto (manca solo Batman, che s'è autosospeso).

Ecco Carlo De Romanis, il vice-capogruppo del Pdl, 32 anni, tutto in ghingheri, giacca e cravatta: ma è quello che nelle foto avete visto vestito da Ulisse, protagonista del festone in maschera che organizzò al Foro Italico per festeggiare la sua elezione (costo 30 mila euro), tra ancelle e champagne.

Accanto a De Romanis, Veronica Cappellaro (cugina pariolina dell'ex segretario personale del potente Denis Verdini), che non soddisfatta di essere passata dal consiglio municipale a questo (con relativo stipendione), nel 2011 - come racconta Batman - pretese una serie di ritratti fotografici (costo: 1080 euro, nostri).

Ad un certo punto si alza Chiara Colosimo, 26 anni - piccolina, moretta, furbetta - la nuova capogruppo del Pdl (è succeduta a Francesco Battistoni, quello che lo scorso 24 luglio succedette a Batman e che quando si accorse di quanto fossero pasticciati, e sospetti, i conti, denunciò tutto; Battistoni sta lì, mogio, e con lui parleremo tra poco).

La Colosimo (come uscendo da una cronaca di Narnia): «Basta sprechi! Basta antipolitica!». (Applaude persino Giancarlo Miele, il consigliere che andava a comprare il Brunello di Montalcino in enoteca - costo: 784 euro - e che a Natale, invece, per le cravatte sceglie Martinella, a Napoli: pagandole 1200 euro, nostri pure quelli). Tutti ad applaudire, grande euforia.

La Polverini resta, restiamo tutti. Ma Francesco Battistoni (che tra un po' si insulterà alla tivù con Batman) se ne sta zitto, pensieroso. La Polverina ha chiesto e ottenuto le sue dimissioni da capogruppo. «Ho agito per senso di responsabilità. Alfano e Berlusconi m'hanno chiesto un passo indietro, e l'ho fatto». Anche se è lei ad aver denunciato gli sprechi. «Era mio dovere raccontare ciò che trovai nei conti del gruppo. Posso non essere felice, ma dormo tranquillo».

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